Roberta Cuppone
Comprendere è un atto di coraggio
Aggiornamento: 18 mar 2021

Comprendere è un atto di coraggio.
Molto spesso la sensazione è che buona parte della psicologia presti attenzione alla comprensione in termini di una fredda e distaccata acquisizione di conoscenza da parte di un esperto, che con il proprio punto di vista incontrovertibile, rimane in disparte a valutare qualcosa.
Mi piace invece pensare alla comprensione come una disponibilità a lasciarsi coinvolgere e a saper coinvolgere, a lasciarsi attraversare dall'altro, a dubitare del proprio punto di vista, partendo dal presupposto che la propria visione del mondo è una delle tante possibili.
È proprio quello che ci racconta George Kelly, psicologo statunitense, quando dice che anche ciò che pensiamo di sapere per certo è sempre aperto alla possibilità di essere compreso in modo diverso in futuro, “tutte le nostre attuali percezioni sono aperte alla discussione e alla riconsiderazione” e “anche gli accadimenti più ovvi della vita quotidiana potrebbero apparire completamente trasformati se fossimo abbastanza inventivi da costruirli in maniera differente” (1966).
Comprensione come disponibilità a non sapere, a stare nel dubbio e ad ascoltare; come processo mobile in cui si è disposti a vivere negli interrogativi più che nelle risposte certe e fisse.
Comprendere e mettere in discussione il proprio punto richiede una buona dose di “rischio”.
Quando parlo di rischio parlo anche e soprattutto di nuove possibilità.
La possibilità di non arrivare dove ci si aspettava ma di immergersi in nuovi scenari che non avremmo mai visto se fossimo rimasti distanti, in disparte e la possibilità di non sapere esattamente come e quanto se ne uscirà cambiati, perché la comprensione dell’altro inevitabilmente cambia te stesso.
Comprendere richiede
mettersi nella posizione
di lasciarsi insegnare
di apprendere
di esperire
di essere influenzati e cambiati
di essere umili
di stare sotto
Di non restare in disparte
di non essere differenti
superiori
separati
altezzosi
distanti
remoti
professionalmente intoccabili
Comprendere
è essere inzuppati
e lavati
e sommersi
È prendere la forma
dell’altro
disfarsi della propria forma
è assumere in sé
la forma dell’altro
così da poter essere
a seguito a ciò informati
È diventare un allievo
È interessarsi tanto
da dare all’altro
il potere.
(Miller Mair, 1989)